Episodio 51. Long Content su Google, Luxottica, Meta, Bing
Mentre sto scrivendo questo sono in corso i 12 Days of OpenAI. Come sai ho deciso di prendere le distanze dalla tirannia dell'ultima novità: quindi avrai un report fatto bene solo alla fine e solo se ne vale la pena. E lo riceverai direttemente in casella, con calma.
La paura di essere tagliati fuori dalle novità è dannosa per la salute dell'essere umano. Combattiamo la FOMO tutti insieme. Ed esattamente per questo che oggi facciamo un po' di long content su Google che ha deciso di darsi una raddrizzata, il codice Ateco dei content creator, Elon Musk e gli incentivi statali alle auto.
Lasciamo per il futuro anche le varie notizie delle varie AI che stanno cercando di replicarsi fuori dai propri server, anche a costo di mentire. Sembrano essere casi molto più frequenti di quanto pensassiamo all'inizio.
Ti lascio comunque con qualche notizia breve nella Gragnuola di news.
Se invece molli la newsletter qui, ti auguro buone feste.
Probabile che farò un post di recap e previsioni a cavallo con l'anno nuovo.
Iniziamo?
La mannaia di Google cade (finalmente) sui siti che abusano della propria reputazione.
“Abbiamo sentito molto chiaramente dagli utenti che l'abuso della reputazione dei siti - comunemente chiamato 'parasite SEO' - porta a una cattiva esperienza di ricerca per le persone, e l'aggiornamento delle policy di oggi aiuta a impedire questo comportamento”.
Chris Nelson del team Google Search Quality inizia così il discorso a seguito di un cambio di algoritmo piuttosto violento avvenuto le scorse settimane.
Ok, ma a me, caro Manolo, che mi frega?
Ti frega perchè se hai un sito che non fa ranking questo cambiamento potrebbe darti un po' di ossigeno, ti frega perché forse ti convicerai a vagliare altri motori di ricerca, ti frega perchè forse i risulati di google miglioreranno, ti frega perchè forse i siti di news online ritorneranno a fare il loro lavoro.
Tutto bello ma, parlando pane e salame, dove era il problema?
Il problema è che poche entità prendevano le posizioni in alto per OGNI tipo di ricerca anche se non correlate alla loro expertise. CNN, Forbes, USA Today e il LA Times sono stati abusatori di prima categoria, ma anche in italia abbiamo esempi illustri, che non cito così evitate di portarmi le arance in prigione.
Facciamo un esempio: nei siti di grandi testate giornalistiche potevi trovare i migliori 10 frullatori, su quello di una televisione una lista di coupon per sconti etc etc. Nulla che era pertinente con i contenuti, ma che comunque si posizionava.
Nella micro editoria vuol dire anche che vediamo siti di notizie mediche che pubblicano contenuti pubblicitari di casinò , siti di recensioni di film che pubblicano contenuti sui servizi di social media, siti sportivi che ospitano recensioni di integratori di terze parti senza supervisione editoriale. Io stesso che posseggo vari blog e siti ho rifiutato molte proposte - ben pagate - di gambling online proprio per questo motivo.
Insomma la qualità dei risultati è in picchiata da un bel po' di anni, e questo è sotto gli occhi di tutti
Le linee editoriali di Google che vietano il parasite SEO esistono da tantissimo tempo ma sembra che solo adesso il gigante tech si sia svegliato.
Ovviamente a Google non sono nati ieri e sanno che molti siti vivono grazie ad affiliazioni e infoeditoriali. Non è un problema se sono indicati come tali oppure se questi sono correlati ai contenuti del sito.
Opportunità
Dopo le notizie pessime di qualche settimana fa sembra che qualcuno a Google sia rinsavito (o forse sono i primi risultati dell'aver tolto il conflitto di interessi tra paid e search): quella che è stata una mazzata per i siti maggiori è una boccata di ossigeno per i piccoli siti verticali.
Quali opportunità si aprono a noi piccoli editori?
i siti che beneficiano maggiormente di questi cambiamenti sono:
- Siti specializzati in recensioni e confronti verticali di nicchia. <- potrebbe essere la volta buona di rispolverare il proprio blog
- Rivenditori online come Amazon oppure piattaforme aggregatori di contenuti di utenti (reddit, youtube, anche IG....) <– si potrebbe pensare di riaprire un forum o studiarsi il Fediverse
- Siti web di brand (prima o poi parlerò ancora di come l'eliminazione dei third party data ci farà tornare indietro agli anni 80, bye bye data-driven Marketing!) <– incominciare a fare ADV solo su awareness e traffico e non conversioni, lavorare con le PR.
Ma se io creo contenuti per un grosso editore?
Non mi sono dimenticato di voi che lavorate per le grosse riviste iscritti alla newsletter ;-)
Glen Gabe, divulgatore in ambito SEO, ha notato che i siti che hanno rimosso i contenuti incriminati o implementato i tag noindex sulle sezioni interessate hanno iniziato a vedere revocate le azioni manuali. Sto parlando strano, lo so. Chiedi al tuo consulente Marketing, lui capisce cosa sto dicendo e potrà agire di conseguenza.
Sempre Gabe sconsiglia di spostare i contenuti velenosi in altre parti del sito.
Tuttavia, ricordati il recupero del ranking richiede tempo.
Altri posti dove trovare traffico: gli altri motori di ricerca.
Oltre a Perplexity e SearchGPT non dimentichiamo Bing e quelli che ne usano il motore (come Ecosia e DuckDuckGo). I risultati delle ricerche sono molto migliori se cercate cose di nicchia.
Oltretutto Bing nutre direttamente anche ChatGPT, quindi se vuoi ottimizzare per le intelligenze artificiali (AIO) questa è una strada da seguire.
Se leggi questo e sei curioso rispondi alla mail e in futuro vedrò di condividere i risultati di questi miei mesi di esperimenti con Bing SEO.
TL;DR
- L'aggiornamento della policy definisce specificamente “abuso della reputazione del sito” la pubblicazione di pagine di terze parti per sfruttare il posizionamento del sito ospitante.
- Google valuterà le violazioni caso per caso, non prendendo per buone le affermazioni dei siti sulla produzione di contenuti.
- Le penalità sono reversibili
- Se avete siti verticali potrebbe essere l'occasione di nutrire il blog per tornare ad avere del traffico.
- Non dimenticate di ottimizzare anche per Bing
Meta vuole entrare nel capitale di Essilor-Luxotica.
Dai e dai e finalmente qualcuno ha capito che se fai un prodotto hi-tech un po' carino la gente lo compra.
Stefano Grassi, CFO di Essilor-Luxottica, ha dichiarato che gli occhiali co-brandizzati Meta sono già diventati il prodotto più venduto nel 60% dei negozi Ray-Ban in Europa, Medio Oriente e Africa
Il prezzo di partenza è di 329 euro, superiore a quello degli occhiali tradizionali, eppure il design e le funzionalità avanzate come fotocamera integrata, comandi vocali, live streaming e supporto AI stanno attirando molti nuovi clienti.
Il successo e il trend sono tali che si sta vociferando di un'entrata di Meta nei capitali di Essilor-Luxottica. Non sarebbe inaspettato il fatto che sia un brand di moda e non uno tech a portare la rivoluzione della realtà aumentata sulla testa di tutti.
Trovo anche buffo come Meta dopo la quintalata di letame che si è presa negli ultimi anni sia riuscita a cambiare pelle e diventare quasi cool tra LLM open source, Zeckerberg abbronzato col capello riccio, e occhiali alla moda.
Sarebbe incredibile se riuscisse a cavalcare l'onda e creare un Social anche per la Gen Z.
Gli influencer avranno il loro codice Ateco.
Con l'inizio del 2025 c'è una novità per chi crea contenuti su internet: un codice Ateco tutto per loro: 73.11.03.
Fino al 2025 quindi esistevano vari codici Ateco su cui un influencer poteva fare riferimento ad esempio. 73.11.01 (ideazione campagne pubblicitarie) ma nessuno di questo inquadrava la figura precisamente.
Il codice ATECO 73.11.03 comprende le seguenti attività:
- creazione e gestione di contenuti sui social media: foto, video, testi, ecc.
- promozione di prodotti o servizi per conto di aziende: attraverso post sponsorizzati, recensioni, ecc.
- partecipazione a eventi e campagne marketing: come testimonial o brand ambassador.
- Gestione dei rapporti con le aziende e i follower.
My two cents
Questo è un provvedimento di una certa importanza perchè segnala al mondo qui fuori quanto anche creare contenuti sul web sia "un lavoro vero".
La figura dell'influencer esiste da sempre ma è solo con l’avvento dei social media che ha soppiantato il pompiere, l'astronauta e la ballerina nelle fantasie dei ragazzi.
E lo so che in questo momento stai sbuffando e facendo dei sorrisetti pensando che a sto giro io abbia toppato.
Personalmente credo che questa figura sia ingiutamente derisa, e ciò è dovuto a vari fattori:
- Tendenzialmente prima di diventare influencers bisogna fare tanta gavetta a fare il content creator. Lavoro che richiede tante competenze, non ti premia nell'immediato e che ti logora: molti cercano la strada facile con il Mukbang, Balletti, Rage Bait... tutto internet di bassa qualità ma è esattamente quello che noi boomer clicchiamo e commentiamo come se non ci fosse un domani. La colpa è loro, ma anche nostra.
- Molti degli influencers erano teenager: inevitabile la culture clash con chi gestiva i media fino al momento prima che non li capisce e li deride, fino a diventare come loro
- Un creator è tanto chi fa divulgazione scientifica su youtube, quanto la stagista che mette le foto di piedi su OF, così come il teenager che bestemmia su Twitch mentre gioca. Ovviamente è il trash è quello che fa più rumore, ma chi è un po' curioso sa bene la differenza: è pieno di creator davvero bravi.
- Alcuni giornalisti sono - de facto - dei wanna-be-influencers. Sono però su una piattaforma sbagliata, gli incatena e spesso covano un odio e un'invidia strabiliante nei confront di chi invece è "indipendente". Non è corretto generalizzare ma sappiamo che per alcuni é la brama di potere e fama la dinamo che gli spinge a scrivere.
Piccolo compitino
La prossima volta che ti guardi un video su youtube prova a pensare: io sarei in grado di fare lo stesso? che skill servono?
Ti faccio un breve riassunto: un youtuber deve trovare la storia, dargli l'angolo giusto, saperla scrivere, raccontarla davanti a una telecamera, conoscere il software per montare i video, avere basi di copywriting per i titoli, usare Photoshop per le immagini di anteprima, qualcosa di marketing per promuoverlo nei giusti canali, e magari essere tecnico abbastanza da gestire un blog che fare da accentratore di contenuti.
Adesso ditemi voi che reputate il lavoro da influencer un lavoro finto se siete ancora della stessa opinione.
TL;DR
I creator sono dei One-man-show, che si fanno un mazzo tanto e meritano il nostro rispetto. L'avere un codice Ateco è un passo nella giusta direzione.
Musk vuole tagliare gli incentivi sulle auto Elettriche... WTF? Che cavolo stai dicendo Elon?
Quando Trump entrerà in carica a Gennaio, la sua amministrazione ha promesso che si muoverà per porre fine agli incentivi, al momento sostanziosi, per l'acquisto di veicoli elettrici.
Le auto elettriche saranno meno competitive rispetto a quelle a gas: potrebbero perdere la spinta iniziale e rimanere relegate in secondo piano.
Facciamo un due passi indietro.
Quando Biden è entrato nella Casa Bianca ha avuto udienza con i produttori di auto elettriche, invitando tutte le legacy ma lasciando fuori propio Musk. Mossa quanto mai sciocca: questi di sicuro non l'ha presa bene e se l'è legata al dito.
Torniamo al presente: il gruppo commerciale dell'industria automobilistica, l'Alliance for Automotive Innovation, ha invitato il Congresso a mantenere gli incentivi, poiché sono “fondamentali per consolidare il ruolo degli Stati Uniti come leader globale” nella produzione di auto.
Ma in questo gruppo non c'è la rappresentanza di Tesla, che è invece il più grande venditore di veicoli elettrici negli Stati Uniti...
Tesla, nella persona di Musk è contrario agli incentivi.
Ha infatti scritto su X: “A mio parere, dovremmo porre fine a tutti i sussidi governativi, compresi quelli per i veicoli elettrici, il petrolio e il gas”.
E' impazzito?
Di sicuro è in Power Trip, ma questa affermazione se ci pensiamo è lucida.
My two cents
Tesla è posizionata, a livello di Marketing, come leader e oggetto del desiderio tra le case automobilistiche di veicoli elettrici negli Stati Uniti.
Molte case automobilistiche legacy vendono le EV quasi in perdita, nonostante gli incentivi. Tagliargli sarebbe un colpo pesantissimo alla concorrenza, mentre Tesla ne risentirebbe molto meno, spazzando via la concorrenza.
Non dimentichiamo anche che sarà a Capo del Dipartimento di Stato dell'Efficenza
Questa mossa tra l'altro lo metterebbe agli occhi del popolo bue anche in una posizione morale più alta quando indossa il cappello di personaggio delle istituzioni. Dopotutto "ha sacrificato i suoi guadagni per il bene della Nazione."
A me turba il fatto che la mission di Tesla di rendere il pianeta meno dipendente dai carburanti fossili sia già andata a carte e quarantotto. Devo dirti che un poco ci credevo.
Peter Thiel ha grande considerazione dei Monopoli.
Ricollegandomi al discorso di cui sopra di Musk, mi è venuta in mente un' intervista non proprio recente al Wall Street Journal Peter Thiel ha dichiarato che la concorrenza è per i perdenti.
Secondo il signor Thiel, i monopoli sono positivi che quando si avvia un'azienda, l'obiettivo è creare un monopolio. La concorrenza spesso porta a rendimenti decrescenti per tutti i partecipanti. Il fatto che le generazioni di imprenditori più recenti si sono formati grazie a persone che la pensano cosi, ci dovrebbe dare da pensare
My two cents
E' divertente (cioè depressing) vedere come sono tutti libertari quando devono rompere le status quo e lucrare e si trasformano in conservatori quando il monopolio è loro.
So che ci sono dei "libertari" in lista e avranno da contestarmi questa affermazione citando i Monopoli di Mercato e Concorrenza Potenziale, ma il succo rimane lo stesso. L'ondata di speranza in un nuovo mondo creato delle Big Tech si sta trasformando nella più piatta e burocratica distopia.
Credo che la riscoperta del cyberpunk sia dovuto a questo.
Piccolo Tip: Se ti piace scrivere di sci-fi, questo è il momento giusto, ricordati di mettermi tra i ringraziamenti :-P
Perplexity.ai incomincia a inserire Pubblicità
Il motore di ricerca alimentato dall'intelligenza artificiale Perplexity ha iniziato a Novembre a sperimentare annunci pubblicitari sulla sua piattaforma.
Per cominciare, il sito mostrerà annunci negli Stati Uniti e saranno formattati come “domande di approfondimento sponsorizzate”.
Perplexity ha affermato che le risposte a queste “domande sponsorizzate” saranno comunque generate dalla sua IA, non scritte o modificate dai marchi che sponsorizzano le domande.
Il settore Fintech è in fibrillazione. Klarna ha annunciato l'IPO negli Stati Uniti, il Bitcoin ha toccato il suo massimo storico a 103.000 euro e Stripe ha lanciato il suo SDK per gli agenti AI.
Il dibattito tra AI può aiutare i modelli di intelligenza artificiale a convergere verso la verità. “Lasciare che i sistemi di intelligenza artificiale discutino tra loro può aiutare a scoprire quando un modello linguistico di grandi dimensioni ha commesso degli errori."
L'approccio non è per nulla nuovo ma due serie di risultati pubblicati all'inizio 2024 da Anthropic e poi da Google DeepMind - offrono la prima prova empirica che il dibattito tra due LLM aiuta un giudice (umano o macchina che sia) a vedere più sfumature. I TechBro hanno scoperto che esistono i punti di vista :-)
- Fonte: Quanta Magazine
OpenAI starebbe progettando l'agente AI “Operator” per il lancio a gennaio
OpenAI sta preparando il lancio di “Operator”, un assistente AI in grado di svolgere autonomamente attività come la codifica e la prenotazione di viaggi, previsto per gennaio.
Inizialmente disponibile attraverso un'API per gli sviluppatori, Operator si concentrerà sull'automazione di funzioni basate su browser.
Sempre OpenAI domani chiude 12 days of OpenAI. Fin'ora ha sparato una bella serie di aggiornamenti. Gli dedicherò una newsletter in futuro.
Dalla Padella X alla brace (Blue Sky) - Si fa un gran parlare dell'esodo delle star da twitter. Questo ovviamente a seguito del supporto di Musk alla vittoria di Trump. In Italia il social è davvero deserto ma comunque, come pecoroni, tutti hanno deciso di andare su Blue Sky.
Questo senza questionarsi se davvero questa piattaforma è meglio. In questo lungo articolo di Gavin Anderegg ci spiega perchè Blue Sky e Threads non siano la scelta corretta nonostante usino un sistema "federato" di distribuzione contenuti.
La conferma è che Mastodon sia una soluzione migliore. Si dimentica di dire che Mastodon è un bordello che la metà basta e io mi sto fracassando il testone da un bel po' di mesi anche per capire come sfruttarne le potenzialità.
Io sono convinto che la migrazione di massa su Blue Sky finirà in un nulla di fatto: i millenial torneranno su X oppure andranno a impestare TikTok.
Questa puntata è stata davvero troppo lunga.
Un abbraccio, Buon Natale, Buone feste. Ci vediamo nel 2025 mi sa.
Manolo
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