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Vibe Coding

E' un po' che non facevo un contenuto monografico. Ho deciso di parlare di Vibe Coding. Al netto dei soliti problemi etici dei dataset delle AI generative, ho la sensazione di avere una sorta di deja vu.
Vibe Coding

Vibe Coding: Quando il Codice si democratizza (con un grasso aiuto dalle AI).

C'è un nuovo termine nel lessico dei #techbro: vibe coding.

Ne parliamo un po' oggi: delle direzioni che sta prendendo e qualche considerazione. Spero che apprezziate anche il formato monografico che andrà ad affiancarsi al classico Mak's File.

Il vibe coding è la sintesi della programmazione assistita da intelligenza artificiale. Non si tratta solo di usare GitHub Copilot o ChatGPT per scrivere funzioni in Python e creare uno spaghetti code: si tratta di abbandonarsi all’uso dell'AI, di lasciarsi guidare dal flusso.

Il termine Vibe rende molto l'idea di questa cosa: un po' come quando si suona con la chitarra o si usa un sequencer di musica: si inizia con note quasi a caso, e poi ci si lascia guidare dal groove. Molto jazz come cosa.

Solo che in questo caso lo si fa col codice e tu non sai nemmeno come programmare.

A coniare (o, almeno, a rendere popolare) il termine è stato Andrej Karpathy, ex OpenAI, ex Tesla, ora simbolo del coding del futuro.

Post originale su https://x.com/karpathy/status/1886192184808149383

Un'evangelista di questa nuova pratica è Peter Levels (levels.io), imprenditore seriale e creatore del videogame Fly.Pieter, interamente sviluppato con le AI.

fly.pieter.com
A fun free-to-play MMO flight sim, made with AI. Fly and dogfight with your friends online.

Una figura che ha dato una grossa credibilità è John Carmack, creatore di Doom e Quake, genio della programmazione, che ha dato il supporto al progetto facendo da giudice al prossimo venturo 2025 Vibe Coding Game Jam.

Parlando di Carmack se non sapete che podcast ascoltare lasciatemi consigliare Storie di video games: in questa puntata si parla proprio di Carmak e del suo lavoro, questo è uno dei podcast che ascolto sempre.


Cos’è il Vibe Coding (e perché ne parlano tutti)

In parole semplici:

Vibe coding è creare software lasciandosi guidare dall’intelligenza artificiale, senza necessariamente sapere come scrivere codice.

L’obiettivo non è solo la produttività, ma la creatività esplorativa. Alcuni usano comandi vocali, altri prompt in linguaggio naturale, altri ancora mixano testo, immagini, gesture e tool come Cursor, Claude, Groq e Hugging Face per dare vita a giochi, app, esperimenti.

Non sorprende che una delle arene principali di questa rivoluzione sia quella del videogame indie, dove intere esperienze ludiche vengono create in pochi giorni da una persona sola, con il supporto dell’AI. Un esempio? Il già citato Flype, ma anche shooter in prima persona, giochi stile Bomberman, Catan, Vampire Survivors, racing games e molto altro, tutti nati da AI.


Avevamo bisogno di dramma? Eccolo servito

Il successo virale del vibe coding ha però diviso la community.

Da un lato, entusiasti che vedono nella pratica un modo per democratizzare la programmazione.

Dall’altro, sviluppatori esperti che accusano il fenomeno di banalizzare un mestiere che richiede anni di studio.

Tra gli scettici più vocali c’è Jonathan Blow, creatore di Braid, che sottolinea come generare codice non significhi creare giochi di qualità.

Peter Levels risponde con una bella metafora:

“Dire che il mio gioco vibe-coded è brutto è come vedere un bambino costruire un castello di sabbia e fargli le pulci con un regolamento edilizio.”

Chi ha ragione?

Se quando si parlava di bedroom music, foto digitale, video making col cellulare sono sempre stato un sostenitore (e in qualche caso anche partecipante della prima ondata)

In questo caso non posso abbracciare il vibe coding completamente finchè la questione dei dati utilizzati per il training non viene risolta.


Vibe Coding destinato a morire?

Moda passeggera oppure è qui per rimanere? Mia opinione: Magari cambierà il nome, probabilmente perderà le positive vibes ma il "vibecoding" sarà una costante nel nostro futuro.

Cosa mi fa prendere questa posizione?

  • La storia
  • Il bisogno di un passo avanti nel movimento No-code

Déjà-vu tecnologico: la fotografia digitale & la musica su Tracker

Mi vengono due momenti simili a questo: la fotografia digitale e la musica su tracker (ciao Cristian! :-) .

Passo indietro agli anni ‘90:

  • I fotografi professionisti deridevano chi usava le prime macchine digitali: pochissimi pixel, poca qualità, zero competenza - se eri in grado di tenere in mano una macchina fotografica potevi fare foto semidecenti senza capire nulla di esposizione, pellicole e mille altre tecnicalità.
  • Musicalmente invece si è passato dal dover essere in grado di suonare uno strumento o almeno possedere migliaia di euro di rack di synth ad avere un software da poche centinaia di Kb e caricarci dentro dei suoni: anche in questo caso tantissima musica pessima e ragazzini che si facevano le ossa: dita puntate e derisione generale verso i bedroom producers che non sapevano le scale e la teoria, ma che osavano produrre musica.

Passano una decina di anni e già a metà anni 2000

  • Le macchine digitali hanno già una qualità mostruosa, nessuno si chiede più se ha senso utilizzarle o meno. Nessuno si chiede se un fotografo digitale è un fotografo o meno.
  • I bedroom producers entrano in classifica, producono musica per le varie popstar che vengono ballate da milioni di persone. C'è ancora un po' di resistenza da parte di chi sa suonare uno strumento, ma i numeri parlano chiaro.

Il presente

  • Chi usa le macchine analogiche è un curioso figuro che lo fa quasi sempre per vezzo o posizionamento, non comodità, ne tanto meno qualità
  • Il termine bedroom producer è quasi sinonimo di persona che ha fatto la gavetta, di un amante della musica: ha preso a tutti gli effetti una connotazione positiza. I software digitali hanno appiattito il gap.

Il vibeCoding sarà quindi accettato tra una decina d'anni?

Credo che vedremo molti prodotti partire così e poi scalare con un team di esseri umani.

No Code Movement & Vibe Coding

il vibe coding secondo me andrà a mangiare / fondersi col movimento No code. Hanno lo stesso obiettivo e gli utilizzatori sono gli stessi.

Renderà però ancora più accessibile l'accesso al software rendendo possibile a chi è quasi a digiuno di programmazione di avere un MVP (minimal viable Option) da testare sul mercato

Il vibe coding non è (ancora) perfetto: anzi, diciamoci la verità tutto è attaccato con lo sputo al momento.

Ma è divertente, potente, e liberatorio. Come le prime demo musicali fatte in camera da letto col Fast tracker o Fruity Loops.

E se la storia insegna qualcosa, è che chi produce le demo oggi sarà un artista di successi di domani.


VibeCoding - Cosa succederà ora?

Molto probabilmente, queste cose:

  1. I programmatori bravi diventeranno ancora più importanti.
    Il codice serio richiede ancora conoscenza, precisione, ottimizzazione... lo spaghetti code ha bisogno di persone che lo sistemino.
  2. Ma il codice “casual” esploderà.
    Milioni di script, giochi, mini-app scritte da non-sviluppatori, che personalizzano il mondo a misura delle proprie esigenze.
  3. Necessità di sviluppare altre competenze a supporto.
    Product design. Sicurezza. Capacita di prompt. Pensiero sistemico. Visione. Il problema si sposterà: non sul codice, ma su cos'altro serve.
  4. lo separo ma fa parte del punto 1 e 3: Cybersicurezza.
    Se una webapp sviluppata da un professionista è a rischio di essere bucata, prova a immaginare che disastro è una fatta dal primo pistola che nemmeno sa cosa sia un database.

Un piccolo esempio pratico

Mentre scrivevo questo articolo ho trovato questo plugin per wordpress che una volta installato permette di estendere le funzionalità degli altri plugin.

  • prima da uno scan dei vari punti in cui il plugin possono essere estesi.
  • A quel punto usa le AI per sviluppare codice ad hoc.

La serendipità mi è sembrata così incredibile che ho deciso di postare il link del video, ma stai sicuro che ne parlo ancor di sicuro.

Lo trovi qui: https://github.com/WP-Autoplugin/wp-autoplugin


Come dicevo nell'incipit questo post è un esperimento di contenuti monografici, più brevi delle solite raccolte: mi toglie molto meno tempo e mi consuma meno energie. Come al solito qui sotto c'è il bottone col pollicione. Smasshalo per favore.

Questa settimana Ghost.org è in beta nel fediverse. Quindi tra un po' potrete commentare sui vari social federati.

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