AI & l'etica a parole, parte III: Geoffrey Hinton lascia Google tra le preoccupazioni sulla gestione delle AI.
Geoffrey Hinton, VP, ingegnere di Google nonché pioniere del deep learning lascerà l'azienda dopo 10 anni, riporta il New York Times.
Per capire l'importanza di Geoffrey Hinton: egli ha sviluppato alcune delle tecniche più importanti dell'AI moderna è stato un destinatario condiviso con Yann Lecun e Yoshua Bengio del premio Turing 2018 - l'equivalente della Nobel per il calcolo tanto che viene definito uno dei Padrini delle AI.
E' anche conosciuto per l'algoritmo chiamato backpropagation, che ha proposto per la prima volta con due colleghi negli anni '80. La tecnica, che consente alle reti neurali artificiali di apprendere, oggi sottende quasi tutti i modelli di apprendimento automatico.
Hinton ha espresso le sue preoccupazioni per il potenziale uso improprio dell'IA e per la diffusione della disinformazione, oltre che per l'impatto dell'IA sui posti di lavoro e sull'umanità stessa. L'essere un freelance gli permetterà di parlare più liberamente.
Questa decisione sottolinea però l'importanza di una conversazione continua sulle implicazioni etiche dell'IA e su come garantirne uno sviluppo e un uso responsabili, cosa che qui sto cercando di seguire con questa serie "L'etica a Parole".
Cosa succederà adesso?
Hinton, parlerà dal vivo al MIT Technology Review a EmTech Digital nella sua prima intervista dopo le dimissioni per darci le sue motivazioni.
Hinton ha posto domande etiche sull'uso delle IA, soprattutto sulla sua cooptazione per scopi militari.
Ha detto che una delle ragioni per cui ha scelto di trascorrere gran parte della sua carriera in Canada è perchè sia più facile ottenere finanziamenti per la ricerca che non abbiano legami con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Mentre la tecnologia dell'IA continua a progredire, è fondamentale che le aziende e i ricercatori si impegnino in discussioni significative sulle implicazioni etiche del loro lavoro e prendano le misure necessarie per mitigarne i rischi.
Lato Google hanno ovviamente risposto all'ex collega: lo scienziato capo di Google, Jeff Dean, ha risposto sottolineando l'impegno dell'azienda per uno sviluppo responsabile dell'IA.
Capisco bene la situazione di Google (e anche quella di Meta): hanno investito enormi quantità di denaro per sviluppare delle AI che non peggiorassero il mondo, poi arriva OpenAI rilascia un'applicazione senza curarsi troppo dei potenziali problemi... e questa in breve diventa il software col tasso di crescita più veloce della storia.
Microsoft entra nella mischia lasciando i due giganti tech col cerino in mano.
Tempi interessanti ci aspettano.
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